Cinque sfide per le città URBACT, UIA e Agenda Urbana nel 2022

Edited on 27/12/2021

L’anno che sta per iniziare sarà un anno cruciale per l’avvio della nuova politica di coesione 2021-2027, con la conclusione degli ultimi progetti di rete finanziati dalla precedente programmazione e l’avvio dei primi bandi dei programmi europei destinati allo sviluppo urbano sostenibile.
In questo approfondimento mettiamo in evidenza alcuni degli elementi più significativi emersi dall’azione delle reti URBACT, dei progetti UIA e dalle partnership di Agenda Urbana per l’UE nel 2021, individuando alcune linee di intervento che saranno cruciali per l’anno che sta per iniziare.

  1. La capitalizzazione dei risultati e dei temi emersi da reti e progetti

Le attività di Action Planning Network, della second wave dei Transfer Network e dei primi UIA Transfer Mechanism, nonché di numerosi progetti UIA, è entrata nel vivo in questi mesi recuperando i ritardi dovuti alla complicata gestione dell’emergenza Covid.
Nella trentina di città italiane attualmente coinvolte in tali progetti il consolidamento dei processi partecipativi, l’attuazione di azioni-pilota e la definizione di piani integrati sul medio-lungo periodo sta confermando l’utilità e la concretezza dei programmi europei per lo sviluppo urbano sostenibile.
Ciò si riscontra in maniera tangibile non solo sul fronte delle azioni messe in pratica a livello territoriale, ma anche nella qualità di temi e approcci che stanno emergendo da questi progetti.
Dalle politiche della notte all’impatto sostenibile del turismo, dall’attrattività urbana all’uso innovativo del verde e degli spazi pubblici, dal contrasto alla solitudine al rilancio del commercio di prossimità e della responsabilità sociale di impresa: come rimarcato in più occasioni nell’ultimo anno, queste sperimentazioni offrono chiavi di lettura nuove allo sviluppo di città post-Covid più inclusive, sostenibili e intelligenti.

Nel corso del 2022 le azioni di capitalizzazione realizzate dai diversi programmi, come quella di UIA sulla Just Transition e sullo sviluppo urbano integrato, daranno visibilità ai risultati raggiunti da diversi reti e progetti, offrendo elementi utili per la definizione di politiche nazionali ed europee in grado di tener conto dell’esperienza concreta delle città. Inoltre, la capitalizzazione costituirà un filone di lavoro che sarà fortemente consolidato nel quadro della collaborazione tra URBACT IV e Iniziativa Urbana Europea già a partire dalla seconda metà dell’anno.

 

  1. La connessione tra i diversi programmi urbani e le altre iniziative nazionali ed europee

La semplificazione degli strumenti in favore delle città per mettere in pratica forme di sviluppo urbano sostenibile è da tempo l’obiettivo al centro del dialogo tra istituzioni europee, nazionali, regionali e urbane. Il 2022 rappresenterà il primo banco di prova per la collaborazione rafforzata tra URBACT e la nuova Iniziativa Urbana Europea, sia per favorire un accesso migliore delle città alle risorse europee che per scegliere al meglio nella cassetta degli attrezzi quali sono gli strumenti più indicati per le diverse esigenze. L’UIA Transfer Mechanism, la tipologia di rete che trasferisce i risultati dei progetti UIA attraverso il metodo URBACT (che attualmente vede coinvolte Torino, Milano e Trapani) si consoliderà in una nuova tipologia di rete di URBACT IV: una buona notizia per la decina di città italiane che con UIA stanno sperimentando azioni innovative che potranno trasferire ad altri contesti urbani, ma anche per le città che vogliono apprendere modalità efficaci per gestire e implementare progetti di eccellenza.

L’obiettivo è quello di sviluppare una serie di nuove competenze in materia di pianificazione e messa in pratica di forme nuove di sviluppo urbano sostenibile, che seguano le linee delle città più verdi, giuste e produttive individuate dalla nuova Carta di Lipsia. Allo stesso tempo, queste competenze si riveleranno quanto mai utili per disegnare al meglio la struttura dei progetti da realizzare attraverso i programmi operativi nazionali e regionali, nonché per pianificare al meglio gli interventi da realizzare con le risorse del PNRR. L’esperienza maturata in anni di progettazione URBACT e UIA si sta rivelando decisiva in questi mesi per tante città italiane. L’obiettivo è di rendere le modalità partecipative e di ascolto del territorio strumenti utili per uscire da una gestione emergenziale anche dei nuovi strumenti, e definire priorità e ambiti d’azione in maniera nuova, più ragionata e coerente con le ambizioni e le speranze delle comunità locali.

 

  1. Il coinvolgimento di comunità e innovatori sui temi dello sviluppo urbano sostenibile

Nell’ultimo anno le soluzioni e le esperienze emerse dai progetti URBACT e UIA sono entrate in maniera più forte nel dibattito nazionale sull’innovazione urbana grazie anche alla partecipazione ad attività e iniziative in grado di accendere i riflettori sull’importanza dei percorsi di progettazione partecipata per fare innovazione urbana. Dalla mappatura dei nuovi centri culturali realizzata con cheFare alla partecipazione al Padiglione Italia della Biennale Architettura di Venezia sui temi della resilienza urbana, dallo Smart City Expo di Barcellona sulla localizzazione degli SDGs alla terza edizione Festival delle Buone Pratiche URBACT di Bari: tutti questi appuntamenti hanno messo in luce il valore della collaborazione tra amministrazioni locali e attori dinamici dei territori, chiamati a co-progettare politiche e interventi che mettono in pratica gli elementi cruciali di temi al centro del dibattito globale, come la Città dei 15 Minuti o la Città conviviale ed empatica.

In vista del lancio dei primi bandi di URBACT IV, previsti per l’autunno, la collaborazione con gli attori che stanno realizzando esperienze di innovazione sui territori è sempre più importante per individuare nuovi temi su cui concentrarsi, nuove pratiche da traferire, nonché definire partenariati locali utili per creare progetti finanziabili tra le Innovative Action che continueranno l’esperienza di UIA nel quadro dell’Iniziativa Urbana Europea (EUI). Questa azione di scouting che si sviluppa su diverse dimensioni, dal nazionale al locale, può finire nuova linfa sia ai progetti in corso che aprire inediti spazi di collaborazione capaci di riaffermare sui territori temi innovativi che emergono dalla ricerca di università e centri di competenze, ma anche dall’azione di soggetti ibridi e gruppi di partecipazione civica.

 

  1. Il rafforzamento del ruolo di città di piccole e medie dimensioni

L’Italia è il paese che ha espresso in URBACT III e Urban Innovative Actions il maggior numero di esperienze innovative da città di piccole e medie dimensioni, che hanno sfruttato la presenza nei programmi urbani europei per realizzare interventi concreti ma anche per migliorare le modalità con cui programmare interventi sul medio e lungo periodo. La dinamicità di questa particolare fascia di città, particolarmente forte nel nostro paese, è emerso in maniera forte grazie ad un focus d’azione che ha spinto molti centri di medie dimensioni ad aderire per la prima volta alle reti URBACT (tra questi Grosseto, Pordenone, Prato, Modena e le 7 città della National Practice Transfer Initiative), ma anche ad una solida capacità di progettazione che ha visto città come Latina, Ravenna, Portici, Verona tra le vincitrici di diversi bandi Urban Innovative Actions.

Uno dei più rilevanti segnali di attenzione degli Stati membri verso questa particolare dimensione urbana è contenuta nell’Accordo di Lubiana, che spinge in maniera esplicita per un rafforzamento della presenza di città piccole e medie nei Partenariati che inizieranno la propria azione nel 2022 (oltre ai temi già individuati in passato, si aggiungono nuovi temi come il turismo sostenibile e la riduzione delle diseguaglianze urbane, particolarmente sensibili nei nostri contesti urbani di piccole e medie dimensioni).

I risultati positivi raggiunti negli ultimi anni da piccoli Comuni (si pensi ad Adelfia, Falerna e Capizzi in URBACT) e città medie spingerà sicuramente nuove amministrazioni a confrontarsi con questi programmi, come sottolineato da tanti dei partecipanti all’incontro annuale delle città URBACT, UIA e Agenda Urbana  nell’Assemblea Anci di Parma, su cui sono già emersi temi e piste di interesse per i primi bandi a cui applicare. A questi si aggiunge l’azione continua di scouting e accompagnamento che come Punto nazionale l’Anci continuerà a svolgere, per coinvolgere un numero sempre maggiore di città e soggetti del territorio anche in collaborazione con le autorità regionali e metropolitane.

 

  1. Il consolidamento dell’azione di rete nazionale tra le città innovative

La collaborazione tra le città partecipanti ai diversi programmi urbani europei e globali (tra cui International Urban and Regional Cooperation, che sta vedendo il trasferimento di tante pratiche emerse con URBACT nel quadro di un’azione di rete internazionale) è una realtà di fatto che si è consolidata sempre di più negli ultimi anni. Questo scambio continuo di pratiche e soluzioni, anche tecniche e amministrative oltre che di policy, è particolarmente importante nell’anno che sta per cominciare in cui la complessità delle progettazioni in corso (tra PNRR e nuovi strumenti urbani europei) richiede un’inedita capacità di prioritarizzazione di obiettivi ed azioni. Ciò vale anche per portare valore aggiunto alle progettazioni in corso di realizzazione su scala locale, come il trasferimento dell’approccio di coinvolgimento degli attori culturali sui temi della sostenibilità da Mantova a 7 Comuni italiani che sta dimostrando la validità dell’approccio peer-to-peer per il miglioramento della progettazione. 

Come evidenziato anche nei Focus group realizzati nelle regioni con il maggior numero di progetti URBACT e UIA attivi (Emilia Romagna, Toscana, Campania e Friuli Venezia Giulia), fare rete tra città in un quadro di governance multilivello può contribuire a dare concretezza alle azioni in fase di programmazione negli assi urbani dei POR, oltre che a promuovere modalità innovative di pianificazione dello sviluppo urbano sostenibile, in un transfer costante di conoscenze tra città italiane ed europee.

 

Simone d’Antonio

Submitted by sdantonio on 27/12/2021