La dimensione territoriale nella politica di coesione: il nuovo rapporto curato da IFEL sul ruolo dei comuni italiani

Edited on 12/11/2020

E’ stato pubblicato il nuovo rapporto sulla dimensione territoriale nella politica di coesione elaborato da IFEL. Il documento definisce un quadro preciso dello stato di attuazione della politica di coesione in Italia, analizzando anche le differenti performance territoriali nell’impegno e nella gestione delle risorse, con una particolare attenzione al ruolo esercitato dai comuni come soggetti attuatori degli interventi.

Dato il contesto costantemente in evoluzione, il rapporto IFEL si configura come un utile strumento di lettura per comprendere anche la fase di riprogrammazione delle risorse intervenuta su iniziativa della Commissione Europea ad aprile 2020 in risposta alla pandemia da Covid 19 attraverso lo strumento ReactEU e per conoscere il quadro della nuova iniziativa Next Generation EU, che comporterà una significativa mobilitazione di risorse anche per il nostro Paese.

All’interno del rapporto, ampio spazio è dedicato all’analisi della dimensione urbana della politica di coesione implementata nel corso dell’attuale programmazione che ha visto il protagonismo di numerose città italiane coinvolte sia nell’ambito dei programmi europei come Urban Innovative Actions - UIA, sia come capofila di progetti finanziati dal PON Metro, dall’asse urbano dei POR o ancora dalla strategia Aree Interne – SNAI, la quale rappresenta una buona pratica italiana nel contesto europeo.

Il rapporto evidenzia in particolare alcuni dati interessati rispetto alla partecipazione italiana nel programma UIA: come si osserva anche per il programma URBACT, le città italiane sono state le più numerose, in Europa, a presentare progetti tanto che quasi un terzo delle proposte progettuali pervenute al programma ha come capofila una città italiana. Nell’arco delle 5 calls promosse dal programma, sono stati finanziati 13 progetti italiani con una mobilitazione complessiva di risorse FESR pari a circa 55,7 milioni di euro.

In questo senso, è interessante constatare come molte delle città vincitrici, come ad esempio Milano, Torino, Bologna, Prato o Ravenna partecipino, o abbiano partecipato, anche a progetti finanziati nell’ambito del programma URBACT con il quale il programma UIA condivide un approccio metodologico caratterizzato dal focus sulla pianificazione urbana integrata con l’integrazione di processi di coinvolgimento attivo degli stakeholders nella progettazione in senso bottom-up.

Nonostante i numerosi progetti presentati, il tasso di successo della partecipazione italiana al programma UIA è piuttosto basso, ovvero intorno al 3,8%. Tale dato, se per un verso testimonia uno spiccato spirito di iniziativa delle città, alle quali non mancano idee da realizzare ed obiettivi da raggiungere, dall’altra mette in evidenza la presenza di un significativo bisogno di rafforzare le competenze delle amministrazioni comunali nella fase di elaborazione e pianificazione delle proposte progettuali stesse.

In un quadro come questo, la cooperazione tra programmi come URBACT, dedicato al potenziamento delle competenze delle città nella pianificazione attraverso capacity buiding e creazioni di reti transnazionali di città, ed UIA, più orientato alla realizzazione degli interventi, dovrà essere perseguita anche nell’ottica della nuova “European Urban Initiative” promossa dalla Commissione Europea e prevista nell’ambito della nuova proposta di regolamento FESR. La sinergia tra questi programmi e altre iniziative attive in ambito urbano a livello europeo potrà contribuire a soddisfare il fabbisogno formativo delle città, rafforzandone contestualmente il ruolo nell’attuazione di politiche di sviluppo urbano sostenibile ed integrato come componente fondamentale della politica di coesione europea.

Submitted by Elisa Filippi

Submitted by sdantonio on 26/10/2020