L’attuale ciclo di programmazione ha visto emergere in maniera sempre più strutturata la creazione di reti di città a livello europeo. L’evento organizzato da ANCI durante la European Week of Cities and Regions lo scorso 13 ottobre ha messo in evidenza le due dimensioni nelle quali tale fenomeno ha dimostrato di produrre l’impatto più rilevante.
Se a livello locale si è misurato, infatti, un rafforzamento delle capacità delle città nell’utilizzo delle risorse ad esse destinate attraverso la politica di coesione, ad esempio grazie alla loro partecipazione a programmi come URBACT e UIA, nella dimensione europea è stato possibile osservare un nuovo protagonismo delle città, che anche grazie alle attività svolte all’interno di reti internazionali o di gruppi di lavoro come le partnership dell’Agenda Urbana Europea, hanno avuto la possibilità di contribuire producendo raccomandazioni per la definizione delle agende e dei più rilevanti documenti di policy afferenti all’ambito urbano.
Esempi del duplice impatto giocato dalle reti di città sono stati forniti durante il seminario dalle esperienze delle città di Anversa, Prato e Roma. Attive in ambito europeo in programmi come URBACT, UIA e nella partnership dell’Agenda Urbana Europea queste città hanno avuto la possibilità non solo di realizzare progetti locali di sviluppo urbano integrato, ma anche di fornire indicazioni di policy a livello europeo.
E’ questo, ad esempio il caso di Anversa, per la quale l’espansione urbanistica della città rappresentava una sfida particolarmente complessa dettata anche dalla struttura storica della città stessa e che grazie al progetto URBACT Sub-Urban focalizzato sulla riqualificazione delle aree periferiche della città ha prodotto sia un manifesto che si è tradotto in raccomandazione politica rivolta alla Commissione Europea sia un piano di azione attuato dalla città a livello locale. Il percorso di Anversa è poi proseguito con ben due progetti finanziati dal programma UIA e con la partecipazione alla partnership dell’Agenda Urbana Europea.
Trai i casi presentati, di particolare interesse risulta il percorso compiuto dalla città di Prato fortemente caratterizzato da una pianificazione urbana incentrata sulla sfida della resilienza e dell’economia circolare da declinare in un contesto urbano peculiare, ovvero quello del più grande distretto tessile d’Europa. L’esperienza condotta dalla città nelle due partnership dell’Agenda Urbana Europea, sull’economia circolare e sulle Nature Based Solutions, è risultata fondamentale per l’elaborazione del Piano Operativo Generale, ovvero il più importante documento di pianificazione urbana adottato dal Comune.
La soluzione innovativa proposta da Prato è quella di essere parte di un nuovo paradigma urbano dove gli edifici esistenti diventano parte della soluzione della sfida climatica attraverso un importante processo di urban greening e urban forestry combinato a processi di co-design con il coinvolgimento degli stessi cittadini nel processo di pianificazione. Il comune toscano partecipa anche al programma URBACT come partner del network URBACT URGE focalizzato sull’economia circolare applicata al settore dell’edilizia, e dunque orientata al recupero e al riutilizzo dei materiali derivanti da demolizioni.
Anche la città di Roma ha portato la propria esperienza mettendo in evidenza, in particolare, tutte le potenzialità dei progetti sviluppati nell’ambito del programma URBACT. La capitale italiana, oltre ad essere coinvolte in numerose reti di città europee e mondiali, è attiva, infatti, come capofila del progetto URBACT di Transfer Network Ru:rban che vede la partecipazione di altre sei città europee. Il progetto propone modelli di inclusione sociale e sviluppo sostenibile partendo dall’esperienza degli orti urbani che è stata riconosciuta come buona pratica europea sviluppata dalla capitale. Anche in questo caso, il progetto agisce a due livelli: da una parte punta a potenziare le capacità delle città nel creare, animare e organizzare questi orti urbani, dall’altra agisce a livello politico, supportando gli amministratori locali nel produrre dei regolamenti per la gestione di questi orti secondo modalità innovative.
L’esperienza del progetto Ru:rban ha generato un impatto traversale rispetto alle politiche locali. Gli orti infatti sono molto importanti in termini di pianificazione urbana poichè si trovano in una linea di transizione tra il paesaggio urbano e quello rurale. Inoltre, grazie anche al ruolo svolto dagli stakeholders locali, sono diventati “centri di innovazione sociale” in grado di coinvolgere persone che altrimenti non avrebbero accesso a opportunità di lavoro ed aggregazione come quelle che vengono offerte. Non da ultimo, va menzionato l’impatto esercitato sul piano formativo, con la creazione di una nuova figura professionale, il “garden organiser” rispetto al quale si sta sviluppando un percorso formativo specifico.
Come è emerso dalla rassegna di queste esperienze, è fondamentale che il rafforzamento del ruolo che le città con esperienze rilevanti nell'attuazione a livello locale di programmi, politiche e iniziative urbane dell'UE sia considerato come una priorità per la definizione del prossimo quadro di programmazione europea, anche attraverso un efficace sistema di governance multilivello. Nell'intraprendere questa azione, la nuova European Urban Initiative, programmi come URBACT ed UIA e l'Agenda Urbana Europea dovrebbero essere considerate come componenti di un unico quadro politico da attuare in maniera integrata a livello nazionale e locale.
Submitted by Elisa Filippi